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I problemi comportamentali e l' Istruttore Cinofilo

COME LAVORO

                                                              
                                                                
I PROBLEMI COMPORTAMENTALI

rappresentano la prima causa di abbandono da parte dei proprietari, che spesso riportano il cane nei canili o dagli allevatori.

La maggior parte dei comportamenti sgraditi vengono appresi fin da cucciolo e si consolidano nel tempo fino al raggiungimento dell'eta' adulta. Occorre dire che l’insorgenza di quasi tutti i disturbi comportamentali - o buona parte di essi - puo' essere evitata con una corretta educazione del proprietario e del cane alla reciproca relazione.

Per disturbi comportamentali s’intendono sia i comportamenti indesiderati sia quei comportamenti che rappresentano vere e proprie patologie. La gestione dei problemi comportamentali relativi all’interazione uomo-animale è di pertinenza del Medico Veterinario Comportamentalista. Nell’ambito della clinica medica veterinaria esiste, infatti, una disciplina specialistica, la Medicina Comportamentale, che si occupa di formulare una diagnosi e di individuare il protocollo terapeutico più appropriato. Il veterinario comportamentalista la figura di riferimento per i disturbi comportamentali degli animali d’affezione, e questo è giustificato dal fatto che  esiste una stretta relazione tra la salute fisica, l’assetto emozionale e cognitivo dell’animale ed il suo comportamento. Basti pensare agli effetti che hanno sul comportamento alcune patologie organiche del sistema nervoso ed endocrino, certe alterazioni del metabolismo o determinati fenomeni algici localizzati.

L’
istruttore cinofilo, a differenza dell’educatore cinofilo che si occupa solo di educazione (pedagogia), rappresenta, nell'approccio  cognitivo-zooantropologico la figura professionale abilitata ad agire su problemi comportamentali e patologie comportamentali in  sinergia e collaborazione con il medico veterinario comportamentalista. La sinergia tra Istruttore Cinofilo e Medico Veterinario esperto in Comportamento è fondamentale perché l’uno non equipara e non scavalca le competenze dell’altro.

E’ importante comprendere che la maggior parte dei problemi comportamentali può essere trattata. Non bisogna mai rassegnarsi, ma tentare sempre la strada della guarigione, ne trarrà vantaggi il proprietario, che riuscirà ad avere un rapporto meno problematico con il suo cane, ed il cane stesso, che potrà migliorare e tornare ad essere un cane più sereno.
Bisogna sempre rivolgersi a professionisti accreditati nel campo dei problemi comportamentali. Oggi in Italia esistono diverse figure che si occupano di questo aspetto dell' etologia applicata, ma e' fondamentale rivolgersi a professionisti, educatori e veterinari, che possano garantire una formazone ed una preparazione adeguata ad affrontare in modo serio questo delicato ambito della Medicina Veterinaria.

Quando un soggetto sviluppa problemi o deficit evolutivi (disturbi dell’età evolutiva), comportamenti inadeguati, problematici, sregolati, conflittuali, patologici, ha bisogno di interventi che lo aiutino ad uscire dal problema e che aiutino cane e  proprietario ad instaurare una convivenza più serena. Si andrà pertanto a intervenire per favorire il cambiamento tramite il sostegno affettivo, modificando i ruoli e l’intesa relazionale, aumentando le conoscenze del soggetto (cane), perfezionando la comunicazione (tra cane e proprietario), diminuendo i fattori problematici e incoraggiando la gratificazione di  entrambi.

Il ruolo dell'Istruttore (psicoterapeuta) è quello di pianificare, insieme al Veterinario Comportamentalista (psichiatra), un percorso di riabilitazione comportamentale per risolvere eventuali problemi, che possono andare dal semplice abbaio eccessivo alle varie forme di "aggressività" piu' o meno complesse, paure e fobie. Ricordiamoci sempre che un cane con reazioni anomale per i più svariati motivi non è un cane sereno.

E' ovvio che per fare ciò è necessario che il proprietario instauri innanzitutto una buona e corretta relazione con il cane.  E sarà compito dell'istruttore guidare i proprietari a conoscere le caratteristiche etologiche, i bisogni, l'espressione comportamentale del proprio amico a quattro zampe.

Al fine di modificare un comportamento, il medico veterinario comportamentalista ricorre alla Terapia Comportamentale, supportata in molti casi da terapia farmacologica e quasi sempre dall'aiuto di un Educatore-Istruttore competente e certificato. La terapia comportamentale consiste nel modificare il comportamento dell’animale utilizzando metodi scientificamente fondati il cui esito apporta un beneficio sia per il cane sia per il proprietario. Per riuscire ad individuare la strategia comportamentale ed eventualmente il supporto farmacologico più idonei a modificare un disturbo del comportamento, è necessario formulare una diagnosi, il cui raggiungimento comporta, preliminarmente, la raccolta da parte di tutti i membri della famiglia delle informazioni, quanto più possibile accurate e dettagliate, del comportamento dell’animale.  

La eventuale prescrizione del farmaco psicoattivo da parte del Veterinario e l'approccio psico-educativo da seguire da parte dell' Istruttore Comportamentalista vengono scelti in base alla diagnosi formulata, allo stato di salute del paziente e alla valutazione dell’efficacia del farmaco prescelto per il disturbo diagnosticato. I farmaci psicoattivi hanno la capacità di indurre modificazioni del comportamento o delle motivazioni che stanno alla base di tali comportamenti. In tal senso sono estremamente utili per il trattamento delle alterazioni piu' gravi del comportamento animale, tuttavia la maggior efficacia della terapia si ottiene quando viene attuata/associata una corretta gestione dell’animale nell’ambiente, sia domestico che sociale, grazie a specifiche tecniche di modificazione del comportamento da parte di un Educatore-Istruttore Comportamentalista professionista diplomato.

Difficile è stabilire a priori la durata esatta del trattamento educativo-comportamentale poiché dipende dalla gravità del disturbo, dal tipo di farmaco eventualmente usato, dalla risposta del paziente all'approccio comportamentale. In genere sono necessarie parecchie settimane di terapia e talvolta molti mesi. La capacità dei proprietari di seguire con costanza le procedure stabilite nella terapia comportamentale influisce sulla durata del trattamento.

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I comportamenti problematici più frequenti nel cane sono:

1) Aggressività
2) Ansia da separazione
3) Paura, fobia, ansia
4) Disturbi eliminatori

Esistono altri problemi comportamentali, ma sono assai meno frequenti.

1)
Aggressività
L’aggressività è una componente normale dell’etogramma del cane, in alcuni casi è utile all’animale per difenderi o proteggere le sue risorse, come il proprietario, il territorio o gli oggetti. L’aggressività può diventare però un problema reale per le persone, gli altri cani, altri animali o per il cane stesso.
Sebbene si tenda a inserire sotto questa voce un gran numero di comportamenti ed a fare di tutta un’erba un fascio, in realtà esistono differenti tipi di aggressività, ognuno con cause e sintomi distinti.
Solo per fare alcuni esempi, si possono identificare: aggressività da paura, possessiva, competitiva, territoriale, protettiva, intraspecifica intrasessuale, materna, etc.
E’ essenziale individuare quale tipo di aggressività mostri un cane per effettuare il corretto programma di modificazione comportamentale. L’aggressività da paura, ad esempio, ha motivazioni, cause scatenanti, manifestazioni proprie ed impone un programma terapeutico completamente differente dall’aggressività offensiva o territoriale. Per questo è importante rivolgersi ad un bravo Specialista che individui e diagnostichi la forma di aggressività mostrata dal cane e che vi possa indicare la strada corretta per la terapia comportamentale.

2)
Ansia da separazione
L’ansia da separazione è un altro problema molto frequente: quando il cane rimane da solo in casa (o separato fisicamente dal padrone) manifesta l’ansia in tre modi possibili: distruggendo abbaiando/ululando o facendo i bisogni in un luogo non appropriato. Alcuni soggetti manifestano solo uno dei sintomi elencati, altri tutti e tre.
Spesso sono cani molto legati al padrone, quasi dipendenti da lui, che lo seguono come un’ombra per tutta la casa. Quando rientra lo accolgono facendogli grandi feste, anche se il proprietario è uscito per pochi minuti.
Per poter dire che si tratti di “ansia da separazione” è necessario che questi comportamenti si manifestino solo ed esclusivamente quando il cane è separato dal padrone. Molti cani adottati da canili, manifestano, nei primi giorni, sintomi di ansia da separazione, che possono poi svanire in breve tempo o peggiorare ulteriormente, a seconda dei casi.
Se aiutati da professionisti, la rieducazione fornisce ottimi risultati.

3)
Disturbi eliminatori (urine e feci)
Con questo termine si intendono le eliminazioni in un luogo non appropriato, ad esempio in casa.
Ci sono diverse cause per l’eliminazione non appropriata del cane. La prima è legata al marcare il territorio: il cane urina in casa perché vuole marcare il territorio attraverso il proprio odore, questo accade più frequentemente se il cane vive con altri animali, se c’è competizione per chi comanda o se la casa è frequentata spesso da persone o animali estranei. Spesso sono i cani maschi che alzano la zampa per urinare in casa, ma anche le femmine posso mostrare questo comportamento.
In questi casi potrebbe anche esserci una sottostante ansia che scatena questa necessità continua di marcare il proprio territorio, fattore importante da valutare per impostare la corretta rieducazione.
Un’altra causa  di eliminazione inadeguata è il mancato apprendimento dell’educazione a sporcare in luoghi idonei. In questo caso il cane fa i propri bisogni in casa da sempre e non è passato più di un mese senza che questo si verifichi. Questo comportamento può essere dovuto ad un’inadeguata gestione del cane (il cucciolo non ha appreso a eliminare fuori casa, il cane esce troppo poco, ecc.), oppure ad un passato di reclusione in ambienti troppo piccoli (canile).
Anche l’eccitamento e lo stress possono provocare involontaria eliminazione, così come la paura e la sottomissione.
Non dimentichiamoci, poi, la possibilità che si tratti di ansia da separazione (il cane elimina in casa quando resta solo).
Esistono altre possibili motivazioni per cui un cane elimina in modo non adeguato e proprio perché le motivazioni dietro a questo comportamento possono essere tanto diferenti, bisogna sempre individuare la causa sottostante per effettuare il trattamento idoneo.

4)
Paura, fobia e ansia
Questi sono i problemi comportamentali più difficili da diagnosticare e da trattare.
La paura generalmente si manifesta in modo graduale ed è collegata ad una determinata situazione, persona o cosa.
La fobia si sviluppa invece rapidamente e si manifesta come una rapida reazione del tipo “tutto o nulla” che sfocia in estrema paura e panico. Gli attacchi sono molto simili tra loro.
L’ansia è caratterizzata da esplorazione dell’ambiente, iperattività, allerta e tensione. Alcuni cani possono reagire in modo ansioso solo a certi stimoli (arrivo di ospiti, viaggi in macchina), altri manifestano uno stato ansioso permanente.

                                                                                       

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